Nutrire la salute: alimentazione consapevole per massimizzare la performance

Mangiare bene, perché!

Il ruolo cardine che riveste l’alimentazione nella vita dello sportivo, attraverso la sua capacità di interagire, supportare e influenzare non solo la prestazione sportiva ma anche globalmente il benessere e il corretto funzionamento dell’organismo, è un principio ormai noto. Però, un punto focale che spesso viene tralasciato, è che questo principio risulta valido non solo nell’atleta professionista ma anche nello sportivo amatore.

La prestazione sportiva è il risultato finale dell’interazione di molteplici fattori, modificabili e non, che devono cooperare finemente. Quindi, solo agendo attraverso una corretta modalità e programmazione dell’allenamento e delle strategie nutrizionali personalizzate, che danzano all’unisono insieme al background genetico individuale, possiamo raggiungere la massima performance.

In ambito sportivo, gli obiettivi di una corretta alimentazione sono diversi. Se ben programmata deve garantire un adeguato apporto energetico e utilizzo ottimale dei substrati adeguati in relazione alla tipologia di sforzo muscolare e agli obiettivi preposti, ottimizzare i processi di recupero, riparazione e ipertrofia, mantenere efficiente e in salute l’intero organismo, supportando i ritmi circadiani, il corretto timing e gestione dello stress nonché tutte le funzioni ormonali, immunitarie, cognitive, gastrointestinali, renali e cardiovascolari e non ultimo, di anti-aging.

Le strategie nutrizionali devono quindi essere rivolte non solo ad aspetti quantitativi, “quando e quanto introdurre”, ma anche qualitativi, il famoso “cosa”.

Ed è qui che nel soddisfare in modo globale questi obiettivi, nel supportare l’intero organismo, nel garantire una condizione di salute e ottenere anche un effetto anti-age, si inserisce la mia amata Nutraceutica, di cui sono da anni divulgatore e R&D specialist.

I Nutraceutici, il cui nome deriva dall’unione dei termini “nutrizione” e “farmaceutica”, costituiscono un insieme di molecole e principi attivi presenti in alcuni alimenti o integratori che, elevando il potere bioterapeutico offerto dalla natura, permettono un miglioramento del benessere e della salute globale dell’organismo, dal punto di vista psicofisico, rigenerativo, antinfiammatorio, antiossidante. Nello sportivo, inoltre, aiutano nella prevenzione degli infortuni, nel miglioramento della performance, del recupero e nel rallentare i processi di invecchiamento precoce indotti dall’attività intensa.

Nonostante esistano ancora alcuni dubbi sulla loro potenza di efficacia, sempre più studi confermano il ruolo e gli effetti di questi composti, al punto che molti di essi trovano un impiego consolidato anche in ambito medico. Un aspetto rilevante da considerare, soprattutto nell’ambito dell’integrazione, è la formulazione e la fonte del singolo nutraceutico, poiché questa modifica la biodisponibilità del composto e di conseguenza la sua efficacia ed efficienza.

Nell’ambito sportivo, i nutraceutici utilizzabili sono molteplici; tra questi, sicuramente meritano di essere menzionati alcuni antiossidanti come gli acidi grassi omega-3, la berberina, la curcumina, il melograno, il cacao, l’astaxantina; i nootropi come colina e bacopa; i cofattori fondamentali come la vitamina D3 e il magnesio, gli AA essenziali ed infine, fondamentali per la salute gastrointestinale spesso particolarmente vulnerabile negli atleti, prebiotici, probiotici e alcuni botanicals specifici.

Ovviamente, se volessimo entrare ancora di più nel dettaglio sono tanti i nutraceutici che possono supportare a pieno lo sportivo, ad esempio l’utilizzo della barbabietola, inositoli e citrullina per migliorare l’apporto di ossigeno ai tessuti e conseguentemente la performance; ma, come sempre, vige la regola della personalizzazione della strategia in relazione agli obiettivi e allo stato di salute dell’atleta e che deve essere affidata a personale specializzato.

Articolo del Dott. Massimo Matteo Primo, drmatteomassimoprimo@gmail.com