L’osteoporosi è più diffusa di quanto si pensi. Nel mondo si stima che circa 500 milioni di persone siano affette da questa patologia e che annualmente si verifichino fino a 37 milioni di fratture da fragilità nelle persone di età pari o superiore a 55 anni. In Italia, pare che l’osteoporosi colpisca circa 5 milioni di persone.
Articolo tratto dal N° 146 – L’Altra Medicina
MA COS’È L’OSTEOPOROSI?
E’ una malattia scheletrica sistemica caratterizzata da una diminuzione della massa ossea, dalla distruzione della microstruttura ossea, da un’aumentata fragilità ossea e da un maggior rischio di fratture. La causa principale dell’osteoporosi è lo squilibrio tra la formazione ossea e il riassorbimento osseo. E quest’ultimo, se eccessivo, può causare una perdita ossea e un declino della qualità ossea. Essendo una delle malattie più strettamente correlate all’invecchiamento della popolazione, l’incidenza dell’osteoporosi
mostra una tendenza crescente con il continuo avanzamento del processo di invecchiamento.
CORRELAZIONE TRA MICROBIOTA INTESTINALE E OSTEOPOROSI
Negli ultimi anni, la correlazione tra microbiota intestinale e metabolismo osseo è diventata un argomento di ricerca sempre più rilevante. Studi hanno rivelato che le alterazioni del microbiota
intestinale e dei suoi metaboliti sono associate all’insorgenza e alla progressione dell’osteoporosi. Inoltre, sono in corso diverse ricerche
emergenti sulla relazione tra i metaboliti del microbiota intestinale e il metabolismo osseo, con prove sempre più numerose che confermano
una connessione inscindibile tra questi fattori. Il numero di microrganismi che risiedono sulla superficie e all’interno del corpo umano è enorme e svolge un ruolo cruciale nelle attività fisiologiche e nel coordinamento dell’organismo.
Il microecosistema intestinale è il più grande del corpo umano, con un numero totale di microrganismi fino a 1014, e il genoma che trasportano può essere fino a 150 volte più grande di quello umano.
Recentemente, la ricerca ha posto crescente attenzione sul legame tra microbiota intestinale e salute umana. Questo ecosistema non solo favorisce la digestione del cibo, la produzione di vitamine e altri nutrienti e la protezione dall’invasione di batteri patogeni, ma influenza anche numerosi sistemi, tra cui quello immunitario,
endocrino e infiammatorio. In condizioni normali, il microbiota intestinale mantiene un equilibrio stabile, benefico per l’organismo. Tuttavia, vari fattori come alcolismo, cattive abitudini alimentari, stress e invecchiamento possono alterare questo equilibrio, causando la cosiddetta disbiosi intestinale, che può contribuire all’osteoporosi.
DISBIOSI INTESTINALE E OSTEOPOROSI
Numerosi studi hanno evidenziato come le alterazioni del microbiota intestinale siano strettamente collegate alla comparsa e alla progressione dell’osteoporosi. Il microbiota intestinale può influenzare l’attività di osteoclasti e osteoblasti attraverso i suoi metaboliti, regolando il metabolismo osseo e la densità ossea.
Durante il metabolismo del microbiota intestinale, vengono prodotti metaboliti benefici o dannosi, tra cui acidi grassi a catena corta
(SCFA), acidi biliari, derivati indolici, lipopolisaccaridi (LPS), vitamine e poliammine. Le prove attuali suggeriscono che il microbiota intestinale e i suoi metaboliti influenzano la densità ossea modificando l’attività e lo stato di equilibrio di osteoblasti e osteoclasti, e di conseguenza il metabolismo, l’infiammazione e l’immunità dell’ospite.
Nel contesto del ciclo cervello-intestino-osso, alcuni studi hanno individuato una correlazione positiva tra specifici ceppi batterici – Lactococcus, Myxobacterium, Lactobacillus e Bifidobacterium – e la regolazione della leptina, un ormone coinvolto nel metabolismo osseo, al contrario di ceppi come Clostridium, Prevotella e Alobastella. Inoltre, il microbiota intestinale è riconosciuto
come un vero e proprio organo endocrino, capace di produrre e modulare sostanze ormonali che influenzano il metabolismo osseo
grazie alla circolazione. Ad esempio, la carenza di estrogeni può aumentare l’attività degli osteoclasti, attivando il percorso RANKL/RANK/ OPG, con conseguente perdita ossea. Inoltre,
può compromettere la barriera mucosa intestinale, aumentando la permeabilità e favorendo il rilascio di citochine pro-infiammatorie come il TNF-α (fattore di necrosi tumorale-α) e l’IL-1β
(l‘interleuchina-1β), che aggravano il processo di osteoporosi.
Alcuni probiotici, come Lactobacillus e Clostridium butyricum, producono metaboliti benefici come gli SCFA, che hanno effetti antinfiammatori e agiscono direttamente sugli osteociti. Recenti studi hanno dimostrato che circa il 10% dei metaboliti presenti nel siero può essere influenzato dal microbiota intestinale, suggerendo che i suoi metaboliti possano avere un impatto significativo su organi e tessuti attraverso la circolazione sanguigna.
Nel complesso, il microbiota intestinale e i suoi metaboliti sono strettamente collegati al metabolismo osseo. Da un lato, il microbiota può influenzare la massa ossea regolando il metabolismo dell’ospite,
l’assorbimento del calcio e il sistema immunitario, il sistema nervoso centrale. Dall’altro, i suoi metaboliti possono riflettere in modo efficace gli effetti del microbiota sulla salute ossea, rappresentando
un potenziale target per la prevenzione e il trattamento dell’osteoporosi.
Strategie di intervento: dieta ed esercizio fisico.
La regolazione della dieta e l’attività fisica possono migliorare la composizione del microbiota intestinale e i suoi metaboliti, offrendo nuove strategie per la prevenzione e il trattamento dell’osteoporosi.
- Dieta: una dieta ricca di fibre e l’integrazione di frutto-oligosaccaridi (FOS) possono aumentare il numero di Bifidobacterium, ottimizzare la composizione del microbiota intestinale, migliorare la produzione di SCFA, abbassare il pH intestinale e favorire l’assorbimento del calcio, proteggendo così la massa ossea. Gli acidi propionico e butirrico possono indurre la riprogrammazione metabolica degli osteoclasti, determinando così la down-regulation del riassorbimento osseo e la protezione della massa ossea, riducendo quindi il riassorbimento osseo.
- Esercizio fisico: è universalmente riconosciuto che l’attività fisica sia essenziale per la salute generale e per la regolazione del microbiota intestinale agendo direttamente su organi e
tessuti. Studi hanno dimostrato che sei settimane di esercizio aerobico possono aumentare la produzione di acidi grassi benefici, favorire l’abbondanza di batteri produttori di butirrato
e migliorare il metabolismo osseo. Al contrario, un periodo di sei settimane di sedentarietà possono annullare questi benefici, dimostrando che il movimento costante è fondamentale.
CONCLUSIONI
Il microbiota intestinale e i suoi metaboliti rappresentano una delle principali direzioni di ricerca per la gestione dell’osteoporosi. Il rapido
sviluppo di nuove tecnologie, come la metabolomica, potrebbe consentire una migliore comprensione del ruolo del microbiota nel metabolismo osseo e fornire nuove strategie terapeutiche.
Agire a monte, riequilibrando l’ecosistema intestinale attraverso un approccio nutrizionale di segnale, potrebbe rivelarsi un supporto efficace nella prevenzione e nel trattamento dell’osteoporosi.

Francesco Garritano
Laureato in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche
e Scienza della Nutrizione. Esperto in Medicina
di Segnale e Dieta GIFT.

Francesco Garritano
Laureato in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche
e Scienza della Nutrizione. Esperto in Medicina
di Segnale e Dieta GIFT.