Esistono opinioni contrastanti sul rapporto tra latticini e prestazioni sportive: da una parte c’è chi crede che un ampio consumo di latticini possa migliorare la nutrizione dell’atleta; dall’altra c’è chi li ritiene pericolosi, proinfiammatori e allergizzanti.
Cerchiamo di capire, con l’aiuto della scienza, cosa c’è di vero e di falso in entrambe le credenze.
Un po’ di storia
I mammiferi difendono dagli adulti il latte riservato ai loro cuccioli, dolcificandolo con il lattosio: uno zucchero non digeribile se non in età infantile. Circa 5000 anni fa però, gli Homo sapiens migrati dall’Africa al Nord Europa si trovarono a fare i conti con climi freddi, che li costringevano a stare coperti da vestiti per l’intera giornata, limitando fortemente l’esposizione della loro pelle al sole. La carenza di vitamina D rendeva le loro ossa molto fragili. Per rafforzarle, gli uomini di queste zone cominciarono ad assimilare il latte prodotto dagli animali che allevavano (bovini, equini, caprini e ovini).
Gli uomini di zone più vicine all’equatore, Africani e migranti asiatici, non presentano invece tale mutazione nella quasi totalità degli individui: non a caso, non esistono piatti a base di latte nella loro cucina. A oggi possiamo dire che il latte può essere consumato liberamente solo da circa il 25% della popolazione mondiale, ovvero quella che presenta nel sangue una componente genetica di derivazione da climi freddi montani. Noi italiani abbiamo una distribuzione crescente via via che ci spostiamo da sud a nord del paese.
I pregi di latte e latticini
I latticini sono importanti apportatori di calcio organico, prezioso per il rafforzamento delle ossa e per la forza muscolare. Sono anche una preziosa fonte di proteine ad alto valore biologico e ad alta assimilabilità. Il latte infatti contiene grandi quantità di caseina (una proteina fatta apposta per stimolare la crescita di massa muscolare) e di lattoalbumine e globuline. Una qualità e quantità di proteine difficile da trovare anche nella carne o nel pesce. Per non parlare poi delle vitamine A, D, E presenti nel grasso, e degli altri minerali. Per chi fa sport dunque, una panacea.
I rischi nel consumo di latte
Ma nei casi in cui la genetica non ci assiste, l’accumulo intestinale di lattosio indigerito ci porta ad andare in bagno con molta frequenza, generando malassorbimenti e carenze di assimilazione, con conseguenze ancora più gravi di quelle dell’astensione dal consumo. Per verificare la nostra situazione, possiamo effettuare il cosiddetto “breath test”, il test del respiro, che ci dice se il lattosio viene correttamente smontato e digerito nell’intestino oppure no. Se l’enzima lattasi manca completamente, vi consigliamo di non considerare il latte un alimento idoneo.
Latticini e atleti – una sperimentazione
Per verificare il rapporto tra latticini e prestazioni sportive, alcuni atleti sono stati sottoposti a un esperimento: è stato loro chiesto di seguire un’alimentazione molto varia simile alla dietaGIFT ma con quantità elevate di latte e latticini. Pur provenendo da sport diversi, quindi con carichi stagionali diversificati, tutti e sei gli atleti hanno avuto un netto aumento della massa muscolare e un sensibile aumento della potenza erogata al cicloergometro. Alcuni hanno anche avuto in questi mesi risultati di eccellenza: da primati personali a inizio stagione fino a un inatteso terzo posto al mondiale di ciclismo 2018.
Latte e latticini dunque come fattore di successo sportivo? Quel carico è stato possibile solo grazie alla specifica composizione in grassi e proteine del latte di origine, prodotto da animali al pascolo e grass fed (nutriti a sola erba) con importanti differenze nel contenuto di acidi grassi polinsaturi, EPA, DHA, in grado di contrastare con efficacia l’aspetto proinfiammatorio del latte. Non è quindi il latte in sé a dare problemi, ma è la scarsa qualità del prodotto.